Solo per presentarmi.Maddalena, anni ancora per poco 29, from Capriata d’Orba, ridente paesello campestre disperso in quel nulla campestre fra Genova e Milano noto ai più come provincia di Alessandria.
Giurista per caso (perché io a studiare Giurisprudenza mi ci sono ritrovata, anche se mi è tanto piaciuto), in London per caso e per scelta, all’inseguimento del Consorte Amatissimo che, circa un anno fa, ha pensato che forse si era un po’ annoiato di Lugano e che sarebbe stata una gran bella cosa passare un po’ di tempo nel Regno di Sua Maestà. Sono sempre stata convinta che fosse una mente superiore, quello lì.
Ancora più per caso ho conosciuto Silvia Paoli. O meglio: come molte, l’ho conosciuta tra le righe di Lost in Fashion, una delle Vanity Fair rubriche più deliziose di sempre (scritta su sfondo rosa, poi: basta quello); da adepta affettuosa e fedele mi sono dilettata con il libro omonimo, trovandolo adorabile come solo una Lost in Fashion può fare, libro che, in quarta di copertina, mi ha svelato che anche Silvia una faccia l’aveva.
Come abbia riconosciuto quella faccia tra le tante in coda in una gelateria di Milano (sono una gelato-addicted, tra le molte cose) resta qualcosa di misterioso su cui forse è meglio non farsi troppe domande. Perché? Quel pomeriggio ne venivo da un controllo dall’oculista che meno di ventiquatt’ore prima mi aveva sparato un bel laser sulla cornea per correggere un difetto visivo di una certa entità. Tradotto: non ci vedevo una mazza. Con occhiali scuri da trendy- ape, per una volta su prescrizione del medico e non di Anna Wintour, forte di una visione del mondo ancora decisamente nebulosa, mi sono ritrovata di fianco lei, Silvia. Con certezza risoluta credo di aver sparato emozionatissima un ” Ma scusa tu sei la Silvia Paoli? Quella di Vanity Fair?”. La faccia, ancora più incredula di me, ha confermato. Il tempo del gelato per cui entrambe eravamo lì, due chiacchiere, uno scambio di mail. Non ci siamo più perse di… vista.
Al momento, in London Town ho una di quelle fortune della serie “quandomiricapita”:tempo. Tempo a disposizione per imparare a conoscere una città vibrante, divertente, sorprendente, tanto vitale da far dimenticare il grigiolino uggioso del suo clima. Tempo di girarla, con una curiosità ed un’attenzione particolari a novità, mode tendenze e tutte quelle cose fashion che sembrano concepite per far impazzire le femmine e che qui mi piacerebbe condividere.
Mi perdo spesso. Ma ho capito che perdendosi, spesso, si trovano le cose migliori. E poi sono Lost in London, io. No?
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