di Maddalena Massone
Si scrive dungaree. Si traduce salopette. E significa una cosa sola: must have. Nel 2013 poche storie in London Town: un capo vagamente demodé, finora riservato a quelle votate a bricolage e/o gardening estremi o a quelle in attesa di cicogna, è trendy come mai prima. L’attimo fuggente di gloria dei pieni anni ’90 è niente di rispetto alla consacrazione di oggi. Tutto può succedere, evidentemente.
Alla suddetta consacrazione hanno pensato, ovvio, superstar&fashioniste di spessore come Rihanna, Rita Hora, Alexa Chung, Miranda Kerr, Alessandra Ambrosio senza dimenticarsi di consacrarla (o almeno provarci) anche in versioni che non trascurino brutalmente la femminilità (la salopette? Ma siamo sicuri che si può? Si, si può). Bastano, almeno a loro, stiletto di una certa personalità, ad esempio, un crop-top (che poi vuol dire top ultra cortissimo) e magari una bretella slacciata.
E mentre ogni genere di dungaree spopola, in denim ma non solo, anche in versione short, versione gonna,versione gonna gonna a ruota, versione la qualsiasi, la speranza è una sola: la nobilitazione fashion del pigiamone alla Bridget Jones. Tutto può succedere, no?
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