Anna Marie (Solowij, già caporedattore beauty Vogue UK. Una sprovveduta, quindi): “Glielo dico io o glielo dici tu? Che ci sono dei prodottini di una genialità insospettabile? Che sarebbe da sciagurate non avere?” Millie (Kendall, quella di Ruby&Millie, un brand di cosmesi, un successo): “Perché non lo diciamo insieme, scusa? Ché, insieme, c’abbiamo 50 anni (di esperienza nel settore, si intende)”. E’ nato così il Beauty MART di Harvey Nichols: le due, forti di conoscenze praticamente sterminate e di assidue frequentazioni di backstage e make up- artist, hanno selezionato la quintessenza degli essenziali. Li hanno concentrati in un angolino, al 3° floor dello store di Knightsbridge. Piccolo ma non per questo meno fondamentale. Bingo. Solo spazio per marchi di nicchia? Inaccessibili perché più rari dell’orso panda o low cost come un paio di Jimmy Choo (non per H&M)? Tutt’altro. Consigliatissime visite periodiche per aggiornamenti. Ma i grandi classici, quelli, ci sono sempre. A volte sorprendenti. Qualche esempio? Colonia 4711 (pare una delle preferite del designer Matthew Williamson); Charlie Red (eau de toilette di Revlon che più seventy non si può); Nivea creme. (sì, proprio quella. Quella nel barattolo blu dal 1911); nail polish by Model Own (un brand tutto fuorché posh); body cream a base di burro di cacao by Palmer’s: in Uk, più classica di uno scone.
Per la cellulite? Betulla olio by Weleda. Stop. Va bene così, inutile torturarsi o spalmarsi di fanghiglia improbabili. Lacca per capelli Elmett e shampoo secco Baptiste per una rinfrescatina al capello (o il bigodino Curlformers per uno styling casalingo: il tutto fa un po’ nonna, lo so, ma funge). Voilà.
Fate entrare il Nobel, per queste due. Subito.
Ps vale la pena un saltino al 4° piano. Almeno una volta, il beauty mart -distributore va provato. Come funziona? Selezionare prodottino. Inserire monetine. Ritirare prodottino. Un gioco da ragazzi. Anzi, da bambine.
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