di Maddalena Massone
Solo a Biancaneve il veleno faceva proprio malissimo, forse perché una favola la era già. Per le femmine comuni mortali vale il contrario: il veleno ci salverà, quantomeno la faccia, pare. E non si sta parlando di Botox, qui, ormai pensionato e lasciato in esclusiva a star tv di quart’ordine, wags ritardatarie e maschi ché quelli arrivano sempre dopo (Gordon Ramsey: sto dicendo a te).
Certo, pensionato un veleno ci si fa di qualcos’ altro: di BEE VENOM, veleno di api, per esempio che, stando a quanto afferma un team ricercatori coreani evidentemente votato a cause scientifico-umanitarie di un certo spessore, è la risposta olistica al botulino. Può, quindi, la linea Dr MANUKA, a base di bee-elisir, non essere un cult? No, non può, con quelle capacità di rigenerazione e stimolazione del rinnovamento cellulare che si ritrova, poi. Anche la Deborah Mitchell, professione beauty guru e visagista di fiducia di Camilla Parker Bowles (vietato ridere: grazie) e Kate Middleton, vede da tempo nelle apine il futuro dell’anti-aging. Non a caso il must di Heaven, il suo brand di sieri/creme/unguenti miracolosi (si spera) è la BEE VENOM MASK, (traduzione quasi elementare: maschera al veleno delle api): pare strabiliante. Da provare, almeno una volta.
Ah, non vale sfondarsi di miele. Piuttosto, farsi un drink all’acido ialorunico by Fountain. Prego? Proprio così. Due shot (cucchiaini, vabbé) di elisir quotidiani e, nel giro di poco (15 giorni, more or less) pare che la pelle diventi naturalmente favolosa. Da provare, almeno una volta?
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