di Maddalena Massone
Satchel: nome comune. Sta per cartella, quella classica, con tracolla.
Cambridge Satchel: nome proprio della vera Brit It-bag (lo hanno sentenziato senza mezzi termini da Bloomingdale’s NY, seguiti a ruota da quelli di Saks Fifth Avenue, tanto per essere chiari). Fan? Praticamente tutta la A-list British e non solo: Alexa Chung, Elle Fanning, Olivia Palermo and many, many more. Modello: uno. Formati: tanti. Varianti di colore-fantasia: tantissime. Un successo nato da un’idea di Julie Deane che, ormai, è entrata a pieno titolo nel giro delle personalità della moda di quelle che contano, giusto a fianco di Stella McCartney (per forza: con un giro di affari da 12 milioni di pound l’anno).
Chi è costei? Una designer d’avanguardia della Saint Martins? Sbagliato. Mrs Deane è una mamma (coefficiente di fashion: più sottozero delle temperature attuali, lo dice pure lei). Mamma di Emily e Max, per la precisione. Nel 2008 Emily è vittima di episodi di bullismo, a scuola; non tollerabili, da lei come da nessun altro. La soluzione al problema-un cambio di istituto, nessuna alternativa- è drammaticamente costosa. Ci vuole un’idea. Se geniale o potenzialmente tale meglio. Ed è così che Julie va da un artigiano di Hull (Yorkshire) e gli commissiona 8 cartelle in pelle marrone: se i due eredi, Harry Potter-addicted, continuano a chiedergliene insistentemente una, magari anche altri potrebbero desiderarla fortissimamente, no? Infatti l’anno dopo le suddette tracolle finiscono da Urban Outfitters (colosso del genere “grande catena cool&trendy”); i fashion blogger, poi, le notano e le sfoggiano come nuovo feticcio. Da lì al boom è un attimo. Oggi, la “The Cambridge Satchel Company” (questo il nome del brand) è un’azienda del Leicestershire con 84 dipendenti e un monomarca aperto pochi mesi fa a Covent Garden. Inutile dire che Emily, la ragazzina, nel giro di pochissimo, ha potuto andarsene da John Lewis a comprarsi la divisa per la nuova scuola.
Una magia di Harry Potter. O della mamma fashion per caso. O tutte e due.
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