E dire che Lei non amava le brioches nè voleva interpretare il ruolo di una donna dai facili costumi; ci vollero mesi prima che i produttori riuscissero a convicere Lei, Audrey Hepburn, a interpretare il ruolo di Holly Golightley, raggiungendola persino nel suo chalet sperduto tra le Alpi svizzere. Come ci vollero altri mesi per riuscire a far passare la giovane protagonista come un’adorabile svampita piuttosto che una prostituta che viene pagata 50 dollari per la toeletta. Tempi lunghissimi anche per arrivare a Henry Mancini, autore poi della colonna sonora. Piccoli dettagli, chicche, aneddoti, retroscena, per esempio la profonda antipatia che tutto il cast, Audrey Hepburn compresa, provavano per George Peppard, di una pellicola che, nonostante i dubbi iniziali, divenne poi un grande classico e cambiò per sempre la società moderna.
Il libro di Sam Wasson, Colazione con Audrey, edito da Rizzoli, racconta tutto questo e molto altro ancora di un libro, diventato poi pellicola, che rivoluzionò il guardaroba femminile e non solo.
Nella società perbenista americana dei primissimi anni Sessanta arriva sul grande schermo una giovane donna: “Una collana di perle. L’elegante snellezza. Gli occhiali neri su un viso che ha superato la fanciullezza ma non è ancora da donna. Il tubino nero aderente e fresco. Il fisico spigoloso. L’aria sana di chi vive di latte e burro, e si lava con acqua e sapone. Il fascino contagioso. Gli occhi luminosi che accarezzano i gioielli di Tiffany attraverso la vetrinetta. Allegramente pazza. Falsa. Ma una falsa vera.” Ecco come Truman Capote descriveva Holly Golightley nel suo Colazione da Tiffany: un perfetto miscuglio di ingenuità, eleganza, pazzia. Appare così sullo schermo, una giovane donna, un pò svitata ma adorabile, che tiene le scarpe nel frigorifero, ha un gatto di nome Gatto e che per guadagnarsi da vivere fa un lavoro di dubbio gusto. Eppure, nonostante ciò, è perfettamente elegante, indossa un lungo abito da sera alle 5 del mattino, chissà dove ha appena trascorso la nottata, fa colazione davanti alle vetrine di Tiffany “Quando ho le paturnie non mi resta che una cosa da fare: prendere un taxi e correre da Tiffany. Hai la sensazione che nulla di brutto ti può accadere lì dentro”, organizza una mega festa con gente bislacca, vive da sola. E tutto ciò è normale.
Sono passati cinquant’anni dall’uscita di Colazione da Tiffany eppure è ancora tra le pellicole più amate: per festeggiare l’anniversario, la Paramount ha presentato la versione restaurata in blue-ray della pellicola, Tiffany ha realizzato la Holly Clutch, uscita lo scorso inverno, e ancora oggi lo stile di Audrey Hepburn in quel film è fonte di ispirazione per molti, non ultima anche un’insospettabile Lady Gaga, consacrando il tubino nero e trasformandolo in un abito che ogni donna deve per forza avere nell’armadio.
Mentre il bellissimo lungo abito nero della scena iniziale, dopo essere stato battuto all’asta, è ritornato negli archivi storici della maison Givenchy.
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