_*di Ilaria Danieli*_
L’aspetto veramente serio dell’alta gioielleria è l’estremo valore dei materiali, che prevedono grandi cascate di pietre preziose rare o rarissime. L’approccio creativo invece è tutto fuorché serio, se si intende nella sfumatura seriosa, perché ciò che vince è la fantasia e la stravaganza. Nessuno come i grandi clienti di gioielleria ha bisogno di svagarsi, di evadere, di non annoiarsi mai. Oro, platino e diamanti di medie dimensioni sono banali come la mini-michetta calda nella haute cuisine, cioè un accompagnamento di dovere, non certo una portata. Infatti il menu della Biennale des Antiquaires, il Salone del vero lusso (quello che pochissimi colti e facoltosi possono permettersi) presentava stand di gioielleria ricchi di inedite sorprese a non meno di qualche decina di migliaia di euro, fino a massimi di più di un milione. C’erano chicche per connoisseurs come la collezione di Van Cleef & Arpels tutta dedicata a Jules Verne. Basti dire che lo stand era allestito come un sottomarino e terminava con una mongolfiera: all’interno spille, sautoir, collier e anelli ispirati a “Ventimila leghe sotto i mari” e via fantasticando. Da Chanel un’altra meraviglia: una spilla a forma di piuma tutta tempestata di diamanti lunga oltre venti centimetri e snodabile, da portare sul petto ma anche a cavallo della spalla, un capolavoro. Da Cartier vincono le strutture architettoniche dei preziosi e la qualità delle pietre, tra le quali primeggia il colore anche quando si tratta di diamanti: le clienti che siedono nei salottini infatti sono già ben oltre i diamanti bianchi, li vogliono gialli o rosa, i più rari e ipnotici. Una parola per Louis Vuitton, che l’anno scorso si è affidato alla matita immaginifica di Lorenz Baumer, designer già noto sulla piazza parigina, il quale ha prodotto una serie di collier esplosivi come fuochi d’artificio e di una qualità pregiatissima in termini di “brilli” tagliati a forma del monogram della Maison. Infine un cenno a Chopard, che per i 150 del brand si è regalato un Bestiario divertente e anticonvenzionale tutto in misura di pezzi unici: c’è il collier con le scimmiette pavettate che rubano l’uva, il bracciale a forma di sciame di sardine, l’orsetto polare bianco di diamanti e l’anello con il piccolo koala di rubini abbracciato al suo albero. Se c’è un elemento in comune tra l’alta gioielleria e i fashion bijoux è la tendenza figurativa: i gioielli astratti e geometrici, molto design ma anche un po’ freddi, non seducono nessuno se non i designer stessi e i loro amici.
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