Il paradiso non è un luogo, è un orario. Diciamo – per starci dentro – le 18.45, quando, succeda quel che succeda, puoi dire: si va?
Oggi l’aperitivo, benché di chiara derivazione meneghina, dove si parte dalle 6:30 (anche alle 5 per i puristi) e la gente arriva a ondate – un po’ come richiesto dai decreti ministeriali della fase 2 – soprattutto perché gli impegni di lavoro, fondamentali o di network, si spalmano sull’intera giornata che a Milano dura mediamente 42 ore, insomma anche se è nato e cresciuto lì, è ormai l’appuntamento di tutta Italia. Ma anche nel mondo. Una volta, a New Delhi, ho fatto un aperitivo in un bar di un emporio alla moda in cui avevo scoperto uno champagne locale, il Sula. E cosi mi sedevo al tavolo e chiedevo: ci porta un Sula? Vi giuro, se lo ritrovo da qualche parte, lo prendo a martellate però li, ben freddo, andava più che bene.
Bisogna ben valutare chi si ha davanti: la tipa da calice o da bottiglia. Serve per il computo del tempo e dei soldi che spenderete al momento di lasciare il locale per altre destinazioni. La prima volta (ci sono molte prime volte a Milano per l’aperitivo, l’amica di danza, la collega di un nuovo progetto, l’amica di amiche) è fondamentale per capire se l’amicizia decollerà
Per mia inclinazione personale, rivedendo un noto brocardo maschile riferito al seno (sotto la terza non è amore), posso sostenere che sotto la bottiglia non è vera amicizia. Perché mi scatta il sospetto che ci sia un pregiudizio o anche dell’ipocrisia nella controparte se ordina un flute striminzito e a me viene anche quel tipico prurito alle mani nei confronti di una coetanea (non una bambina) che magari fa scalate di montagne, viaggi in solitaria o ne ha passate di ogni nella vita e con mezzo bicchiere davanti dice: mi gira già la testa. No, ma tu hai dei problemi! Tu a casa ti devi allenare, bere tre bicchieri di fila per una settimana e, dopo questo training, tornare a uscire come una persona normale.
Le peggiori sono quelle che, al momento di chiedere da bere: a. oggi, giusto oggi, mica ieri, hanno la gastrite; b. stanno prendendo l’antibiotico; c. hanno la gastrite e stanno prendendo l’antibiotico. d. sono passate ma hanno una linea di febbre. e. e comunque ti volevano vedere (ma mi attacchi la febbre, ma sei fuori); f. dopo devono andare a yoga (sic). g. dopo hanno una cena e se inzio a bere ora (ma allora dillo). h. sono già state a un aperitivo prima (ma quando? alle 3 e un quarto che sono le 6?).
Ecco di fronte a queste reazioni al limite dell’interdizione da pubblici locali, io di solito ordino un calice e mentre il ghiaccio della loro spremuta si assottiglia, un ghiaccio che è evidentemente fatto di blocchetti di porfido perché non si scioglie mai e continuano a succhiarlo come sanguisughe, annoto mentalmente: sarà raro rivedersi da sole, devo portarmi uno sparring partner. Il Paradiso non è una zona disco.
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