Si può nascere quasi per caso a Croydon (South London) con mamma from Austria e papà from Malesia? Sì, eccome. Si può crescere nelle campagne bavaresi ma tornare in London Town per diplomarsi in Art&Design alla Central Saint Martins (la scuola di Stella Mc Cartney, Galliano e MacQueen, tanto per farsi un’idea)? Forse. Si può decidere, dopo qualche anno nelle pubbliche relazioni (bello, eh, ma che noia dopo un po’) di trasferirsi a Parigi per fare la cuoca? Per iscriversi a un corso di pasticceria Cordon Bleu e finire a scrivere libri di successo e condurre show sulla BBC di successo pure quelli? Quasi impossibile, almeno che una non si chiami Rachel Khoo. Quella che non si può che definire una ragazza deliziosa. Anni: sui trenta, (31), look alla Amélie, pragmatismo teutonico addolcito dal fascino orientale. E che fascino. Anzi, charme. (www.rachelkhoo.com)
Per innamorarsene basta un attimo. Ed è lei, in arrivo in Italia a settembre con il suo best seller “The Paris Little Kitchen” la cooking star veramente à la page. Jamie Olivier? Preistoria. Rispettabilissima, ma pur sempre preistoria. Medievali le sfuriate di Gordon Ramsey in diretta da Hell’s Kitchen; Nigella Lawson: imprescindibile, grazie ora e per sempre di non essere una cuoca professionista, di aver legittimato l’uso del tubino al posto del grembiule a quadrettoni e considerato peccatucci veniali che “dai a chi non capitano” provocare principi d’incendio per una mayonnaise. Ma ora è Rachel la ragazza del momento.
Conferma incontrovertibile: è stata scelta come inviata da Londra per la trasmissione della tivvù francese sul Giubileo di Diamante di Elisabetta. In collegamento da Paris: Karl Lagerfeld.
Ora: si può essere partner del direttore creativo Chanel senza essere dotate di un minimo di stile? Assolutamente inconcepibile. Ma tanto, di stile, Rachel ne ha da vendere.
Ps The Paris Little Kitchen (www.theparislittlekitchen.com)Titolo del libro e storia di Mademoiselle Khoo. Arrivata à Paris senza conoscere mezza parola di français-giusto baguette, forse-va a scuola di cucina, sì. Ma se si va a scuola bisogna fare i compiti. Idea: fare della mini cucina del mini appartamento di Belleville un mini restaurant. Così, giusto “per non buttare via le cose, che fa brutto, ma devo pur provare, io”. Così, gli ospiti, due come le sedie in disponibili-lei sta su uno sgabello-vanno di petti d’anatra con indivia e lamponi. E torta al limone con meringhe, pure: basta un contributo spese di 30 euro. Così non si può far altro che dire: chapeau, chérie.
Rispondi