Dear Babbo Natale,
• la tua esistenza è altamente improbabile, diciamocelo: non impossibile, però. Quindi, da diversamente adulta qual sono, ritengo più che opportuno inviarti questa mia, quasi certa, data la mia condotta suppergiù irreprensibile, di meritare i seguenti omaggi (rettifico: li voglio, fortissimamente. Si lo so che voglio non si dice). Per sicurezza, la pubblico anche su lostinfashion.it: uno di quei siti che non si può non visitare. Perché? Non si può: è un dato di fatto. Pertanto graditissimi sarebbero:
• una cosa qualunque della linea make up pensata da Karl Lagerfeld con Shu Uemura. Così nipponicamente Shu, così inconfondibilmente Karl. Con le ciglia finte rosse e bianche andrei in estasi vedendomici a Capodanno. Chiedo troppo? Nel dubbio, chiedo.
• la face-maschera Bee Venom della Debora Mitchell, la visagista che ha reso presentabile Camilla per le nozze con Charles (che fortuna) e anche Kate Middleton (cioè, lei lo era già presentabile, altroché). Venom vuol dire proprio veleno. Bee vuol dire proprio api: mica sono solo miele, nobilissima propoli e royal pappa, loro. No: anche il loro veleno può considerarsi un grandioso contributo al benessere del genere umano (pare regali un aspetti del tipo “Sei una favola, baby”). Non so se sia vero, nel dubbio provo, grazie.
• le scarpette rosse di pailettes come quelle di Dorothy: proprio quelle. A lei servivano per andare verso la Città dello Smeraldo accompagnandosi a un Omino metallico, un Leone miope e uno Spaventapasseri.; a me per andare a spasso per London Town: sostanzialmente la stessa cosa. Anzi, se possibile, un paio stiletto platform free -mi sta diventando out, capisci?- e un paio di ballerine. Rosse, grazie. Sparkling magari. Le red shoes sono il must di Natale. Posso rimanere senza? No, dai. No e poi no.
• Un biglietto per l’India. Per dove è andata Silvia. Perché mai prima d’ora ho pensato di volerci andare. Mai come ora ho desiderato vedere, toccare, sentire le cose che ha visto lei. Vederle, toccarle, sentirle, a modo mio, ovvio. Biglietto anche di ritorno: mi piace l’idea di andare, vivere, perdermi (se necessario) tornare. Chi si ferma è perduto, dicono. Quello che vorrei? Non stare ferma e sapermi perdere : in fashion, in London, in India, ovunque mi capiterà di andare.
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