Nel bel mezzo di uno sciopero generale (manovra/miseria/povertà le parole più urlate al megafono), me ne andavo una mattina alla press preview dello store Excelsior, la punta di diamante del Gruppo Coin, là dove c’era un cinema, in pieno Corso Vittorio Emanuele, ora c’è una mecca dello shopping di lusso.
Il piano terra è già tre metri sopra al cielo: Ladurée e i macarons in bella vista e poi teche aeree per marchi beauty e piccole nicchie per chicche di settore e via dicendo. Cemento in terra e grigio che vira al malva perlato alle pareti. Al piano terra anche un immenso banco a nastro per Tiffany. Bello? Sì, peccato per l’effetto duty free, sembra di essere in aeroporto, tutto a disposizione da vedere o da prendere. Ma come è che chiamano gli aeroporti? Non-luoghi? Ecco, appunto. Al piano – 1 supermercato gourmet con selezioni di confetture e vini e biscotti. E poi, al -2, le cose fresche: un battaglione di peperoni rossi identici in identici piattini e posizione, file di hamburger e cespi di lattughino con pochi pachini inseriti ad hoc come fossero dei bouquet. Da mangiare con gli occhi (perché, si mangiano davvero?). Piani alti davvero alti: abiti solisti in teche di cristallo, forse se li tocchi suona l’allarme, speriamo di no…bella la scelta dei marchi, alcune sfiziosità, solo l’effetto non luogo aleggia anche quassù. Forse era per l’allestimento in corso, devo tornarci quando la vita vera scorrerà sui nastri trasportatori e le commesse in maglia a righe saranno più indaffarate. Forse si sentirà calore e una voglia matta di comprarsi tutto. Io, ovviamente, mi prenoto per i peperoni rossi in fila al piano -2.
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