Sono stata inviata a una degustazione da Cavit, consorzio di cooperative viti-vinicole del Trentino, che produce diverse tipologie di vini, da quelli da grande distribuzione a quelli per enoteca e ristorazione, fino ai cru.
Quando mi invitano a queste degustazioni, ho sempre un cruccio (eh lo so, sono problemi): che rossetto devo indossare per non lasciare quegli odiosi segni colorati sul bicchiere che già al secondo assaggio ti fanno vergognare?
Ho istituito una sfida auto-gestita tra due rossetti che ho appena comprato da Sephora: il Liquid Matte Trophy Wife di Huda Beauty e la matita labbra di Hourglass nella tonalità Peacemaker (portatemi chi si inventa questi nomi…;-). Ecco come è andata.
Abbiamo assaggiato due vitigni che sono tipici del Trentino. Lo Chardonnay, arrivato nella zona a fine ‘800, e che Giulio Ferrari ha reso protagonista dal 1902 di una vinificazione a metodo classico che ha dato vita al Trento Doc. Questo vitigno, a seconda dei terreni (fluviali, glaciali, vulcanici) u cui viene coltivato dà profumazioni e sfumature diverse. Tant’è che noi ne abbiamo assaggiati tre. Il primo, Mastri Vernacoli 2016, di facile beva e vinificato in acciaio (ehm, il mio favorito). Il secondo, Bottega Vinai 2016, fatto affinare in barrique usate. E il terzo, il Maso Toresella 2015, che nasce da un unico vigneto. I miei assaggi sono stati fatti col rossetto Huda Beauty che, messo circa un’ora prima e ossidato (pure lui), ha lasciato un segno praticamente impercettibile sul bordo del calice, dandomi una grandissima soddisfazione.
La seconda degustazione è stata del vitigno autoctono Teroldego. Dopo una pausa specchio in cui ho rimosso il primo lipstick e indossato la matita per labbra Hourglass, sono andata alla scoperta di questo vitigno a bacca rossa che già dal 1300 vanta la sua presenza in Trentino. Qui abbiamo assaggiato il top di gamma Maso Corvara 2014 (volevo dire: dopo un anno in barrique, affina in botti di rovere di Slavonia) di cui non ho una foto perché mi sono distratta pensando al terreno conoide su cui è coltivato (l’enologo-agronomo Andrea mi ha reso felice coi suoi tecnicismi simpaticissimi). Il secondo, un Bottega Vinai del 2015, e il terzo, quello da grande distribuzione, un Mastri Vernacoli 2016 che non fa barrique ma botti grandi e vecchie. E, purtroppo, già al primo assaggio il segno sul bicchiere lasciato dalla matita era molto evidente, anche se al terzo assaggio, la quantità di materia e pigmento lasciato sul bicchiere era molto diminuito, ma purtroppo anche il rossetto sulle mie labbra.
Voilà: la sfida bicchiere è stata vinta da Huda Beauty Liquid Matte. Potete indossarlo senza tema di lasciar tracce ineleganti sul bicchiere e, anche, sicure che il pigmento resterà fisso sulle vostre labbra. ps. Ho provato con i tessuti e non è la stessa cosa. Se premete sulla camicia dell’amante tutto questo non vale. Ma…posso trovare un rossetto anche per quello…
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