di Maddalena Massone
Verba volant; scripta manent, si sa. E allora perché non piazzare gli scripta, meglio se distillato di purissimo self of humour britannico, su handbag&co e portarli orgogliosamente in giro per London Town? Più o meno così devono aver pensato Billi, Jems e Kitti, menti (e non solo) di “It’s not you it’s me”, uno degli ultimi brand d’avanguardia dell’East London e futuri cult. Idea? Tanto semplice da essere geniale. Realizzare in laboratorio, artigianalmente, shoppers, portamonete, porta penne, porta varie ed eventuali, in pelle autentica, e imprimerci altrettanto autentiche perle di sagesse. Ironiche e disarmanti. Tipo? “My life is based on a true story” (La mia vita è basata su una storia vera) o che “I hated everyone before it was mainstream” (Odiavo tutti prima che diventasse mainstream). O il risolutivo “Smile. It confuses people” (Sorridi. Confonde la gente). Della serie: quando il sempiterno “Keep calm and carry on” non basta più.
Da Hackney (London-area ad altissima densità di designer emergenti) dove è nato quasi per caso nel 2012, in qualche mese il marchio è già arrivato a Oxford Circus. Da Topshop. Non so se mi spiego.
The best is yet to come, mi sa. Ma, del resto, it’s not me: it’s you, Billi, Jems e Kitti che siete oltre l’illuminato.
www.itsnotmeitsyoulondon.com
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