La prima volta, degli Orange Wines, me ne ha parlato Mortens, uno dei miei studenti di italiano. Mi raccontava con entusiasmo di questi vini arancioni che lui gustava alla “osteria retica”. Dopo aver googlato osteria retica per circa un milione di volte, senza successo, una mia amica (ciao Ale!!) mi ha proposto un aperitivo alla Vineria Eretica di Milano, via Rosolino Pilo.
Illuminazione. Era quello il posto, d’altronde se Mortens avesse detto giusto, non avrebbe avuto bisogno di lezioni di italiano…ma io non c’ero arrivata.
Lo sapete (forse) ma sono tipo da frizzantini (meglio champagne ma mi adeguo). Se volete sapere quali bevo (a casa e fuori) c’è un capitolo ad hoc dedicato nel mio libro, che potete comprare cliccando qui.
Ho cercato di inserire nel libro anche la mia scoperta degli orange, ma causa lockdown, ho dovuto rimandare fino a ieri sera, quando sono tornata con un’amica e ho fatto qualche domanda al titolare, Giuseppe Bertini, preparato e gentilissimo.
Il colore ambrato del vino deriva dalla vinificazione di queste uve di bacca bianca che come coi rossi, come migliaia di anni fa facevano in Georgia (no, non quella di Atlanta, quella di Demna Gvasalia), dove maceravano sulle bucce in anfore di terracotta. Una pratica antichissima, ma che oggi è stata ripresa da produttori anche italiani, di vini naturali.
Colore magnifico, il vino orange, servito freddo ma non freddissimo (intorno ai 15 gradi), è profumato, intenso e adatto anche all’invecchiamento. La macerazione che può durare da pochi giorni a mesi, influisce su profumo, sapori e colore.
Io ho provato prima il Còntame del 2016, di sole uve Garganega dei Colli Euganei. Lo produce Nevio Scala, sì, l’ex allenatore del Parma, originario del veneto. L’ho trovato tranquillo (il vino, non l’allenatore), morbido, dal bel colore miele: le note non ve le dico perché la trovo una pratica ributtante. Un buon bicchiere con cui rilassarsi e come dice il nome, “raccontarsi”. Difatti io e Arianna siamo state a chiacchiera fino alle 10:30.
Ho poi provato un bicchiere di Davvero Calalta (azienda zona Monte Grappa) 2018 e sono rimasta entusiasta: uve Riesling 100%, fermentazione 45 giorni su bucce e passaggio in barrique che si sente appena. Colore più dorato, sapore meno posato più coinvolgente. Volevo bere un altro bicchiere, ma mi sono limitata a fotografare la bottiglia.
Se volete ordinare per l’aperitivo qualcosa di veramente cool per l’estate 2020, basta rosé e il solito Spritz, l’Orange Wine è la cosa giusta. E se non ce l’hanno, mandateli all’osteria retica, che alla Vineria Eretica ci andiamo noi.
Rispondi