O Jour Giorgia Caovilla
Quando ho visto la pubblicità Chanel con un tacco di “solo” 7 cm ai piedi di Freja Beha, ho capito. Il tacco altissimo è out, non tanto nella realtà – ne ho appena comprato uno a banana di Miu Miu – ma nell’immaginario . Ci si immagina sofisticate, diverse, non omologate, lontane dalle bambole su trampoli esagerati portati senza grazia che incontriamo in tv, ma anche per strada, al super, all’aperitivo (basta!!!). Vogliamo essere chic, morigerate, meno eccessive, più in sintonia coi tempi che corrono (e per correre, i tacchi non vanno tanto bene). Se poi si mettono a lavorare sul tema i più bravi geni (nel senso di patrimonio genetico) dell’industria delle scarpe italiane, come Giorgia Caovilla, figlia di Rene, il re del sandalo gioiello, la sfida è presto vinta. Perché il tacco medio non diventa un ripiego triste, ma una scelta di gusto e di finezza, specie per il giorno, quando – diciamolo – ne abbiamo di cose da fare. Ma come una scarpa senza stiletto può conservare il suo tasso di glamour e sensualità? Dice Giorgia Caovilla: “Tutto è cominciato da un’esigenza personale: io avevo bisogno di qualcosa che non mi togliesse femminilità, ma mi desse la possibilità di svolgere tutte le attività della mia giornata di mamma e imprenditrice. Quello che riuscivo a indossare per poter vivere quel tipo di vita, mi toglieva però ogni tipo di grazia. Io volevo riuscire a dare alle donne quello che io non riuscivo a trovare sul mercato. Perché non c’è nessuno che risponde a questa esigenza in modo così specifico. Normalmente si sviluppa la collezione sul tacco alto e poi la si abbassa, ma la scarpa che è molto bella col tacco 10 non rimane ugualmente attraente sul tacco medio, per una semplice questione di proporzioni.
Insomma sarebbe come fare di un palazzo storico una casa e mantenere le stesse porte e finestre del palazzo.
Io faccio il processo inverso: parto dal tacco medio dove le proporzioni sono diverse, dove la figura femminile è meno slanciata e dove si corrono molti rischi (il tacco medio non è associato a un target giovane) per studiare una scarpa che mantenga tutta la femminilità, il sexy, il bon ton. E’ un gioco di proporzioni: nelle scarpe con un tacco medio, l’accessorio non può essere tanto grande quanto nel tacco alto: il tacco alto regge accessori più grandi per ovvie questioni di spazio, col tacco di 10/12 puoi giocare con le linee perché sono più lunghe, e dunque inserire elementi che danno un effetto grintoso e giovanile”. Le sue scarpe dunque nascono pensate per queste linee più contenuti, con accessori più piccoli e riproporzionati, con dettagli bon ton (come il charm O del logo), e fiocchi e disegni creati apposta per quelle proporzioni. Risultato: un concentrato di leggerezza e grazia, e una scarpina decisamente femminile, che piace a tutti. Anche ai Russi, sorpresa. L’avevo detto che è cambiato l’immaginario.
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