Questa è la storia di una donna come Dio comanda. Una di quelle che ti accendono il cuore e che ti fanno pensare: mollo tutto e faccio qualcosa che dia un senso alla mia vita. Ma non è impresa da tutti vivere con gli scimpanzé (per quanto interloquire con i doorman delle sfilate gli assomigli molto). Ma se partire è un po’ morire, sostenerla come merita è invece una gioia e un inno alla vita!
Jane Goodall, inglese, classe 1934, a 26 anni si è avventurata da sola in una foresta abitata da scimpanzé in Africa, sulle rive del lago Tanganica, per studiarne il comportamento. Mite, rispettosa, “la scimmia bianca” (si autodefinisce così nel libro Le Ragioni della Speranza) è salita per mesi su un picco da cui poteva osservare la vita di un gruppo di scimpanzé, finché dopo un anno, uno di loro, quando lei ha allungato un braccio per passargli un frutto, ha lasciato cadere il frutto per prenderle la mano. Così, con passione, tenacia e sacrificio, è diventata una delle più grande etologhe al mondo, avendo contribuito a conoscere meglio gli scimpanzé…ma anche gli essere umani (nel loro stadio primordiale).
Se vi siete emozionati come me a sentire la sua storia, allora leggete il suo libro e date un contributo al suo istituto, il Jane Goddall Institute Italia (www.janegoodall-italia.org), che lavora per “promuovere relazioni positive tra tra l’uomo, l’ambiente e gli animali, tutelare l’habitat dei primati, promuovere attività che assicurino il benessere degli animali, sia in natura che in cattività”. Come aiutarla nell’opera? Innanzitutto comprando le T-shirt che tanti designer, stilisti e personaggi famosi italiani hanno disegnato in suo onore (a me piace moltissimo quella di Costume National e quella di Felice Limosani) oppure facendo un salto al *Thanksgiving Shopping Party di domani sera, martedì 29 novembre, a Milano, presso Environment, via Sacchi 5*: in vendita le T-shirt fino a esaurimento, ma anche fotografie e libri. Il 15% dell’incasso andrà al suo istituto.
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