Consultando il sito tanto spesso e trovandolo sempre stimolante, ho saputo subito che stava per uscire l’imperdibile versione cartacea di style.com e ho pensato: se tanto mi dà tanto, chissà che bel giornale. Così ho pagato quei bei 25 euro e via attendiamo che arrivi per posta. E’ arrivato. Un formato gigante che non entrava nella cassetta della posta, ma forse l’idea era: passiamo dall’immateriale al materiale e facciamolo vedere. Ci sta anche, ma perché? Per essere diversi dal sito. Per essere più pesanti del pc dove guardo www.style.com
Insomma, una mappazza. Mah…
Ammetto, l’ho guardato e non letto. Non l’ho letto perché non saprei che leggere, perché il carattere è piccolo, la carta lucida e cangiante e…non ho avuto voglia, nemmeno la minima tentazione, di andare al di là delle immagini.
L’ho guardato e ho visto: rubriche identiche a qualsiasi giornale di moda, foto di sfilata già viste sul sito, indicazioni di luoghi “top” delle città della fashion week che li sa anche mia mamma che vive a San Vincenzo, servizi di moda con top model (carino), accozzaglie di gente nel backstage e alle feste e in strada un immenso deja vu di cose masticate e trite che avrei voluto dimenticare non vedermele ripresentate in versione patinata a fine stagione. C’è una distonia tra il visto che dovrebbe sembrar nuovo e il glossy che invece di parer nuovo diventa grottesco. Non lo so: se passare dal cartaceo al digitale è una sfida spesso fallimentare, anche questo tentativo di passare dal digitale al cartaceo non mi pare un trionfo.
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