Il colore tendenza è l’acromatico. Dopo aver imperversato la zona rossa, arancione o gialla, è l’acromatico, ovvero il trasparente, il rivelatore di una nuova sensibilità. Il perché è chiaro anche…ai bambini.
Come saggiamente ha detto la mia vicina di casa ( 5 anni) assurta con una frase a massima esperta del marketing mondiale: “Voglio la zona trasparente”. Lei si riferisce a questa tiritera delle zone-rischio che ha, a ben vedere, cambiato la nostra percezioni dei colori (oltre ad aver rotto). Ma, oltre a questa dimensione, gli esperti occulti della vendita sanno che la trasparenza è un desiderio profondo: vedere attraverso le cose, arrivare ai contenuti, scorgere il vero e non il verosimile. Ma andiamo per ordine.
C’era una volta il rosso che era amore, passione e sesso. Anche pericolo, allerta, allarme ma le due cose non si escludevano l’un l’altra. Love is a losing game, qualcosa si perde sempre, sia che si punti sul rosso sia sul nero. Rosso era anche il colore della velocità, della Ferrari e di conseguenza del rischio come ben si imparava al Triage (o smistamento, come vuole la Crusca che però ha accettato petaloso, vabbé lasciamo stare).
Oggi rosso è il colore della reclusione. Se diciamo Toscana-regione rossa nessuno pensa più al comunismo o alle mappe della politica, ma all’autocertificazione e ai negozi chiusi. In un anno è cambiata la nostra associazione automatica di un colore a un significato.
E il giallo? Oltre al colore del semaforo (che poi, diciamolo, è arancione, perché dicono giallo??), il giallo era per noi italiani il colore dei romanzi polizieschi, e dei casi irrisolti, ora è invece simbolo della massima libertà di fare e mangiare fuori (dovrebbero inserire quest’ultima nei diritti inviolabili dell’uomo). L’arancione non è più colore spirituale ma quello della “via di mezzo” temporale, nel senso che da lì a poco o si ridiventa gialli o si ridiventa rossi. La domanda sorge spontanea: ma perché non hanno inserito la zona verde? Col verde si passa, era chiaro a tutti, invece no col giallo l’attenzione spetta a te e se ti distrai, prendi una tranvata. E poi, come un fulmine a ciel sereno, la zona bianca. La sardegna felix che dal tutto aperto è precipitata nel tutto chiuso.
E qui arriva Novella: “Meglio di tutto è la zona trasparente”. Immediatamente ho collegato al webinar di Peclers Paris, agenzia di trend forecasting parigina, sulle tendenze del packaging. l’involucro spesso responsabile di una seduzione più forte del prodotto stesso nel percorso di acquisto. L’acromatico, nel senso di un bianco opalescente, quasi brinato, che si sposa a un senso di fragilità aumentata, di una nuova tenerezza digitale, è una delle tendenze per i contenitori di ogni sorta. Ammetto: seguo questi corsi solo per rubare questi accostamenti di parole, bizzarri ma che si dimostrano sempre tanto veri. Tanto è che una bambina sa trasparente è meglio. Si vede tutto o si va dappertutto. Almeno nel packaging.
14 Aprile 2021 at 13:38
Bravissima!