La spa del Vivanta by Taj Bekal è la più grande dell’intera India (più di 15 mila metri quadrati). Ci si accede da un ponte sull’acqua e appena ci si avvicina all’edificio i nervi si distendono (anche i miei). Sarà perché la spa è ispirata ai principi dell’Ayurveda, l’antichissima medicina indiana, e quindi non promette solo beltà o benessere ma guarigione (healing) e tutti abbiamo bisogno di guarire, non tanto (e non solo) da patologie fisiche, ma da quello che inquina e incrina la nostra vita interiore, lo stress, il senso di colpa, la malinconia, il mal di vivere e l’angoscia (sul brutto carattere, che farebbe al caso mio, sto ancora indagando). Ecco, quando entri alla Jiva Grande spa (l’eccellenza delle spa Jiva) e il medico ayurvedico ti accoglie con una tisana al lime, il cuore fa un piccolo movimento verso l’alto. Come ritrovasse il suo posto originario o ne cercasse uno più “comodo”. E’ quello che serve per ri-cominciare.
La visita agli spazi è già un bagno di benessere: le cabine sono suite, spesso con due posti, con bagno turco privato, vasche e chaise-longue per terminare i rituali di benessere col riposo. Ci sono padiglioni dedicati ai rituali indiani dell’Alepa e del Abhisheka (speciali trattamenti corpo con impacchi, massaggi e altro: per saperne di più www.vivantabytaj.com), e uno spazio all’aperto per le cerimonie del fuoco, officiate da un ministro locale, con cui si augura al richiedente lunga vita e salute (Homams).
L’ideale sarebbe fermarsi 14 giorni per compiere il percorso Panchkarma: una purificazione del corpo (e della mente) attraverso 5 vie, da fare sotto controllo medico, e che ti “rimette” al mondo.
Io, in due giorni, ho provato tre trattamenti: l’Hair Spa (perché i capelli sono la mia fissazione), un Trattamento Viso, e il Massaggio Aromaterapia.
Dell’Hair spa segnalo il bagno di vapore (come quello che si fa per il viso) fatto sotto un casco ad hoc che miracolosamente non faceva caldo o prurito. Si parte con maschera esfoliante (il prodotto specifico era Schwarzkopf e un po’ ci sono rimasta male, volevo un prodotto indiano), seguito da shampoo e poi dall’applicazione di una maschera nutriente (indiana!), bagno vapore, shampoo e piega (a proposito, il sedile del lavatesta è reclinabile e ha un poggiapiedi che si alza, comodissimo).
Il trattamento del viso è stato veramente una vacanza dalla vita: detersione, maschera e massaggio profondo eppure delicato e un risultato di tonificazione e luminosità della pelle visibile (lo hanno notato pure i maschi del gruppo, direi una garanzia) a fine trattamento. Durante la posa della maschera, massaggio a mani e piedi.
Il massaggio al corpo, preceduto da un bagno di vapore per aprire i pori e eliminare tossine, comincia invece con un “lavaggio dei piedi”. La terapista ti fa sedere su una poltrona e immergere i piedi in un bacile di metallo argentato (o almeno mi pare, la luce era soffusa), pronunciando le seguenti parole: “Noi a Jiva crediamo che ogni ospite sia un Dio”. Non ho fatto a tempo a sentire come si concludeva la frase, perché sulle caviglie ho avvertito un formicolio delicato: erano petali di rose che toccavano prima me e poi l’acqua, in cui veniva miscelato un olio profumato con cui massaggiare i piedi. Dopo questa cerimonia d’ingresso, ci si stende sul lettino e comincia il massaggio del corpo (più o meno vigoroso, a vostra richiesta) con oli profumati di cui viene preventivamente fatto “testare” l’odore (se gradevole). Dopo un’ora circa, ritorni alla realtà. O almeno ci torna il corpo. La mente, la mia, purtroppo era rimasta intrappolata nei pensieri, e non sono riuscita a “staccarla” per un solo istante. Ho bisogno di 15 giorni filati di JIva Spa, non c’è alternativa.
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