Forse non riuscirò ad arrivare a un giorno. Sono già a meno di 4 litri e sono solo le 13 36. La sfida di vivere un giorno con una tanica da 10 litri di acqua (10 litri per fare tutto, bere, cucinare, lavarsi, scaricare Wc e tutto il resto), è una sfida lanciata da Green Cross Italia e supportata da Giorgio Armani, che ha dato il nome di Acqua a ben due fragranze (Acqua di Gioia, Acqua di Giò) e ha sposato questa causa, per fornire acqua a zone ad alta scarsità di Africa, Asia e America Latina. Negli intenti di Acqua for Life c’è anche la sensibilizzazione dei paesi ricchi d’acqua sulla disastrosa mancanza di questo bene primario per 800 milioni di persone. Ho ricevuto la tanica a casa e ho accolta la sfida, eccone il primo resoconto.
10 litri sono un lusso, dice la documentazione. Dunque oggi vivo una giornata di lusso, secondo standard che ci sono sconosciuti e anche incomprensibili. “Ma tu puoi fare finta…”, mi ha suggerito furbissima una vecchia amica. Ma che senso ha far finta? Solo provando, si capisce quanto siamo ciechi di fronte allo spreco e si scoprono anche alcune trappole e inventano escamotage.
1. Non abbiamo idea di quanta acqua consumiamo. Forse se avessimo una lista di quanta acqua serve per fare un caffè, lavare i piatti, tirare lo scarico, qualche volta penseremmo meglio se tirare o aspettare, se lasciare andare la doccia o spegnerla. Invece non abbiamo idea delle quantità e in questa ignoranza, sprechiamo. (ps Nei paesi ricchhi, si consumano circa 100 litri di acqua al giorno, a testa). Che tristezza…
2. L’acqua corrente (che esce a scroscio e sparisce negli scarichi) è il nemico numero 1. Finché si usa acqua dentro a contenitori, si visualizza la quantità e più che altro, non sparendo nello scarico, l’acqua si può riusare. Quando scorre libera, si butta via e manco ci si rende conto.
La mia giornata è iniziata prestino. Alle 6 20 facevo il caffè. Dalla tanica ho versato un bicchierone di acqua con cui ho sciacquato la macchietta, che poi è stata riempita con la rimanente. C’erano dei piatti nel lavello. Quindi tutte le operazioni si sono svolte lì sopra, a scarico chiuso, per raccogliere l’acqua e riusarla per mettere a bagno i piatti.
Per lavarsi: acqua nell’insalatiera rosa, sapone sulla pelle asciutta (se no si insapona tutta l’acqua e come ti sciacqui?) e risciacquo con salvietta di spugna passata nell’acqua pulita e poi sulla pelle. Ho usato l’acqua del viso anche per altre parti del corpo. E’ bastata, ma a stento. Insidia: il dosatore del sapone liquido dà troppo sapone. Ci vuole così troppa acqua per sciacquare. Andrebbe usata la saponetta.
La vera falla del sistema è lo scarico del wc. Un primo tentativo con mezza insalatiera (grossa) è stato un flop. Il secondo getto, con insalatiera quasi piena, è stata risolutivo, ma la tanica si è fatta parecchio leggera.
Per essere ligia, ogni volta che prendevo acqua dalla bottiglia per bere, toglievo dalla tanica un bicchiere e lo buttavo (sentendomi terribilmente in colpa) nelle piante. Importante però per non perdere il conto dell’acqua.
Per lavare i piatti: ho usato mezzo litro per mettere in ammollo i piatti, e mezzo litro circa per sciacquare. Ma cavolo! sciacquare i bicchieri senza acqua corrente è difficilissimo. Ci rimane comunque il sapone a bolle. Penso che sarebbe ideale usare un unico bicchiere personale e non lavarlo cosi spesso e magari, passarlo solo nell’acqua senza detergente. Ma volevo affrontare una giornata normale senza fingere troppo…però, però a pranzo piattino di carta e vino al posto dell’acqua…ehehehe
A fine risciaquo dei piatti nella caraffa era rimasto un goccino, riposto gelosamente nei pensili. Può sempre venir comodo più tardi….
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