Riguardo all’articolo su Repubblica Affari e Finanza che agita il web in questi giorni, vi dico la mia.
Io sto con Chiara Ferragni.
Sto con Chiara Ferragni e la chiamo con nome e cognome. Non ce n’è bisogno, ma lo faccio.
Sto con Chiara Ferragni se non vuol farsi chiamare blogger perché anche io, per evidenti motivi anagrafici o perché sono una giornalista professionista, non amo quell’etichetta e non faccio parte della consorteria blogger.
Sto con Chiara Ferragni perché ha più seguito, notorietà e popolarità di tanti giornali asfittici che non trovano un modo nuovo di fare comunicazione e allora se la prendono con chi, facendo altro, gli ha surclassati.
Sto con Chiara Ferragni perché, se hai una popolarità enorme in un nuovo media, hai i numeri, le statistiche e i dati, e dunque nel nuovo media sei una star, ti comporti come tale ovvero capitalizzi la notorietà con progetti più o meno lucrativi, saranno benedetti affari tuoi.
Sto con Chiara Ferragni perché non è una blogger di moda, è una celebrità del web, come esistono celebrità del piccolo schermo, del grande schermo, della canzone, non tutti dotti o pieni di talento ma tutti famosi. Non è un fenomeno legato al giornalismo o alla moda, è un fenomeno del web. Se non l’avete ancora capito, c’è sempre tempo.
Sto con Chiara Ferragni perché forse lei voleva cifre spropositate ma anche far volare a Milano Bryan Boy, e foraggiarlo e ospitarlo etc etc non è che sia un’attività fatta per beneficenza ma un investimento pubblicitario. Quindi: dove è lo scandalo? Su come sia vestito non mi esprimo: ci sono colleghi pronti a farlo meglio di me.
Sto con Chiara perché non sono andata neppure io alla presentazione Stefanel perché dovevo scrivere un irrimandabile pezzo sulla cellulite, ma non si sono manco accorti che non c’ero (e questo dimostra quanto Chiara sia famosa e invidiata) oltre a sottolineare la mia marginalità (grrrr).
Sto con Chiara Ferragni perché l’assenza di uno speciale talento nello scrivere o di un gusto eccellente nel vestire non le ha impedito di creare un “fenomeno”, qualcosa che in Italia non c’era e di cui, con somma stizza, si occupano tanti colleghi.
Sto con Chiara Ferragni perché di giornalisti di grido vestiti in total look della maison di moda ce ne sono tanti, ma se non gli danno 10mila euro a comparsata non è colpa di Chiara.
Sto con Chiara perché una volta che ho fatto un Twitter acidino su lei che baciava il fidanzato, lo ha ritwittato ridendoci su, dimostrando molto più senso dello humor del 90% dei giornalisti.
Sto con Chiara perché tutti, con toni più o meno violenti, si schierano contro, esimi giornalisti, blogger in erba, blogger in gamba e mezze tacche. E a me piace sempre stare dall’altra parte.
ps nella foto Chiara all’inaugurazione del negozio Playlife di Milano, giovedi scorso. Ora chiedo a Benetton quanto è costato.
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