Che le londinesi con i fiori abbiano da sempre una certa affinità elettiva non credo sia cosa sorprendente. Laura Ashley insegna. Che questa primavera (chiamamola così, malgrado il clima da gennaio in brughiera) i fiori, declinati in ogni modo immaginabile non siano dominio esclusivo di tappezzerie, poltrone e lady di campagna ma siano diventati cool, perdutamente cool, quello forse sì.
Motivi? Non è dato sapere.
Segni premonitori: la collezione autunno-inverno 2011 tuttastampe tuttafiori di Mary Katrantzou per Topshop è stata un successo assoluto, tanto per dire. E poi mi arriva Liberty.
Liberty, quello store dalle parti di Regent Street che il magazine Timeout ha non a torto piazzato in cima alla classifica dei 100 Best Shop in London. Harrods? Come il Paradiso: può attendere. Liberty che, dal 1875, propina cose semplicemente deliziose, no; soprattutto se, con Nike, realizza una limited edition di sneakers a stampa floreale, con i modelli più classici remixati con le stampe simbolo della maison. #Make it count, dicono loro. Just do it, anzi, buy it, dico io. Avere, subito. Anche nel caso in cui una certa pigrizia impedisse di concepire lo sport come categoria di pensiero e di azione e rendesse totalmente immotivato l’acquisto di scarpe da ginnastica. Almeno una passeggiatina al parco se la meritano, mica per forza una maratona. Facciamolo per i fiorellini.
Ma c’è di più. Liberty, il solito ma mai banale Liberty, ha pensato bene di coniugarsi anche con Doctor Martens, icona british dell’anfibio, in una collezione più che speciale, Wild Nature, disponibile dal 1 maggio anche on line (www.liberty.co.uk). Ci hanno provato ad abbinare la delicatezza vagamente bucolica dei fiorellini e delle farfalline di Liberty con lo spirito ribelle che da sempre contraddistingue Doc Martens: ci sono riusciti. Senza dimenticarsi di stampare anche una borsa-cartella, naturalmente. Quindi? Comprare, subito: non si vive di solo sport.
Le flower integraliste possono anche considerare l’ipotesi di andare a scuola-munite della cartella di cui sopra, magari-da Judith Blacklock (www.judithblacklock.com), ad oggi al top delle accademie di flower design (nel caso, prepararsi spiritualmente ad una waiting list per i corsi più gettonati). Le altre, se meno sicure del verde dei loro pollici, possono comunque sentirsi partecipi del clima floreale con un bel flower Afternoon Tea al Dorchester Hotel (www.thedorchester.com). In occasione dell’appuntamento annuale più pretigioso in fatto di fiori, giardini&affini, il Chelsea Flower Show, l’hotel propone un qualcosa che suona come un’esperienza mistica, il“Multisensory Rosé Garden Afternoon Tea”: tortine con petali di rosa, mousse al cioccolato- floreale, ci mancherebbe-composizioni di Arne Maynard, garden designer. E Champagne Laurent Perrier. Rosé. Ca va sans dire.
Ps La flower fashion mania sta diventando tanto debordante che le celebrities dallo stylist o al personal trainer sono passate a scambiarsi in gran segreto nomi di fioristi. Le migliori? Victoria Botherson, già autrice degli addobbi del matrimonio glamour del 2011, quello di Kate (Moss, non Middleton) e Havley Newstead (di Absolute Flowers&Home): ci va Gwyneth Paltrow. Può bastare.
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