Flirtare a 50 anni fa bene. Lo dice una ricerca di un’università americana: tiene in allenamento, stimola la propensione al rischio (che invecchiando cala e rende “vecchi”) e in qualche modo allunga la vita, un po’ come i 12mila passi al giorno. Appurato questo, ho iniziato – si parla ovviamente di mesi fa però almeno ridiamo un po’ – a flirtare in modo scomposto con chiunque: il signore sull’ascensore (“Va al primo? Oh no io al secondo, quasi quasi scendo con lei”), il commesso dell’autogrill e anche un artista, amico di amici, che ho tentato di colpire, citando un proverbio toscano in modo totalmente inappropriato (per la cronaca il proverbio era: col tempo e con la paglia maturano anche le nespole, come ho potuto?). Una sera che mi sono messa in testa di flirtare in modo professionale, sono uscita a cena con un tipo e, data l’abituale nonchalance, ho messo le lenti a contatto e i jeans. Bene per i jeans, male per le lenti a contatto: non vedevo nulla del menu, causa presbiopia. Il peggio erano i dialoghi surreali. Lui: scegli io vino. E io (con tono falsamente imbabolanto): ma no-dai-ti-prego-dai-fai-tu (mentre volevo un Franciacorta, ma ero impossibilitata a rintracciarlo e dunque lui ha presso un rosso). Alla fine ho ordinato due antipasti (perché riuscivo a leggere solo Mar Cantabrico) e poi acciughe fritte. Avranno pensato che fossi un predatore dei mari, ma era solo che non ci vedevo. Comunque il vino rosso con le alici è stata una bella sorpresa. Consiglio per 50enni flirtanti: allenare il cristallino per tutto il pomeriggio a mettere a fuoco da vicino se portate le lenti da miope oppure farsi dire dove si va a cena per leggere tutto il menu prima e sapere cosa prendere. O anche: ordinare il fuori menu che fa sempre “ la so lunga io sui ristoranti”. Consiglio per i ristoratori: basta menu senza prezzi per le signore, fate menu con scritte a corpo 52. Grazie.
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27 Aprile 2020 at 21:31
Sono amica di Letizia e con piacere e allegria ti ho “scoperta”